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Pellet mania!

16 Febbraio 2022

Quando si dice che i tempi sono cambiati... anche nel mondo del carpfishing le cose sono ben diverse da un tempo, quando le esche per eccellenza erano solo le boilies e il mais.

Oggi invece vengono utilizzati diversi tipi di esche: dalle granaglie più disparate alle esche di plastica e agli sfarinati. E soprattutto, una nuova esca particolarmente apprezzata è il pellet

Il pellet originariamente era prodotto dalle aziende mangimistiche solo per gli allevamenti ittici e mi ricordo ancora che gli unici pellet che si riuscivano reperire erano i trout pellet, utilizzati per gli allevamenti di trote. Piano piano, le aziende leader nel mercato iniziarono a commercializzare prima i pellet al corn steep liquor e alla canapa, poi sono arrivati quelli al mais e all'halibut e ad oggi si trovano tantissimi tipi diversi in commercio. 

Perché utilizzare questa tipologia di esca nel carpfishing? Come lavora in acqua?

Qui possiamo partire facendo un po’ di chiarezza sulle diverse tipologie di esche utilizzate. Parlando di livello di attrazione, una boilie per quanto buona non sarà mai efficace e soprattutto veloce quanto una pastura, però uno sfarinato in acqua avrà senza dubbio un’azione più veloce anche se di breve durata. Perché? Questo dipende dalla densità: inutile dire che, sul fondale, un letto di pastura preda di un branco di pesci viene spazzolato via in poco tempo e spesso è sufficiente il passaggio seguito da una codata di un ciprinide di medie dimensioni per farlo sparire in un attimo. Ricapitolando: con le boilies, esche compatte e pesanti, avremo un’attrazione lenta e costante nel tempo ma con un segnale di richiamo di bassa intensità, mentre con una pastura il richiamo sarà di alta intensità ma di breve durata. Il pellet probabilmente è il giusto compromesso proprio perché, in base alla tipologia scelta, è in grado di rilasciare un buon segnale di richiamo in tempi relativamente brevi e ha efficacia per più tempo. 

Anche qui però dobbiamo fare di chiarezza, perché se un tempo la scelta era davvero limitata, adesso troviamo di tutto in commercio. Ci sono pellet "estrusi" o rapidi con tempi di scioglimento che vanno ad un massimo di 20/30 minuti, altri con durata massima di un paio d'ore e altri ancora (solitamente ricchi di oli di pesce) che possono durare diverse ore in acqua. 

Ma prestiamo attenzione: la tenuta di un pellet in acqua varia molto in base alla temperatura dell'acqua e all'attività di pesce di piccola taglia.

Tornando alla tipologia di pellet, possiamo scegliere tra:

  • Pellet "estruso" o rapido facilmente riconoscibile perché cilindrico e di forma particolarmente lunga. Questo è composto da farine e micro-ingredienti di granulometria grossolana tipo quelli al mais o al corn steep liquor, che personalmente adoro perché molto versatili.
  • Pellet di media durata, che spesso sono prodotti e commercializzati come linee premium, ovvero mangime pellettato disponibile in varie aromatizzazioni di forma cilindrica ma di lunghezza ridotta. 
  • Pellet a lento scioglimento (che per me sono i migliori) con all'interno una buona percentuale di farina di pesce, addittivati con oli di pesce e/o vegetali. 

Per ottimizzare il rapporto tra tempistiche di attrazione e durata in acqua, personalmente ho sempre utilizzato e consigliato di utilizzare le miscele di pellet in base alle loro caratteristiche e dimensioni, così da avere un’azione sia veloce che duratura in pesca. 

Esempio pratico: se ho intenzione di utilizzare boilies al pesce oppure pescare innescando un pellet al pesce, mi preparo una miscela di pellet inserendo sia quelli rapidi sia quelli oleosi (tipo all'halibut o similari) e magari ne aggiungo uno ad azione intermedia tipo al Robin Red, ovviamente diversificando i diametri. Poi, se vogliamo aggiungere la ciliegina sulla torta, inseriamo in un secchio o in un sacchetto robusto la miscela e aggiungiamo un buon dip o un olio di pesce, per poi agitare il tutto e lasciar riposare per qualche ora. 

Un’altra ottima miscela la preparo inserendo in un secchio del pellet rapido al mais,d el pellet ad azione intermedia al corn steep liquor e del pellet lento alla canapa. Il tutto può essere dippato con liquore di grano o con olio di canapa. Se poi voglio un ottimo spod mix addiziono granaglie scolate e il gioco è fatto.

Questi sono solo due esempi di miscele che si possono realizzare ma le possibilità sono davvero tante, proprio perché il mercato offre davvero diverse tipologie di pellet.

Abbiamo accennato poco fa alla possibilità di innescare il pellet... eh sì, da parecchi anni c'è chi lo fa e diciamo che il merito di questo cambiamento è da attribuire al cugino Feeder dove l'innesco del pellet è la normalità. Nel carpfishing, se fino a qualche tempo fa il pellet veniva impiegato solo nel classico sacchettino o retina in pva, ora sono disponibili pellet già forati adatti a questo scopo. Ovviamente parliamo di pellet a lunga durata, dal momento che sono concepiti per l'innesco.

Tra di voi ci sarà anche chi ha provato o vorrebbe provare a realizzarsi in casa i propri pellet, ma come fare? È più semplice di quanto si pensi: prendete la miscela di farine scelta, magari lo stesso mix utilizzato per la realizzazione delle vostre boilies, preparate la parte liquida con i vostri additivi (come liquid food, betaina, nhdc, aroma, colorante, ecc..), 2-3 uova al massimo per kg di mix secco e un po’ di acqua (senza cloro). Cominciate ora a impastare, continuando ad aggiungere acqua fino a raggiungere la consistenza desiderata. Lasciate a riposo l'impasto, poi estrudetelo con la pistola almeno in tre misure differenti su un lungo asse di legno. Infine potete tagliare i vostri pellet e cuocerli a vapore oppure essiccarli direttamente, se siete in piena estate .

In conclusione, il pellet è parte integrante del bagaglio di esche che un buon carpista ha a sua disposizione e sarebbe un peccato non sfruttare questa tipologia di esca così performante.

Daniele Annovi

Team Molino Zombini

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