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La stagione riproduttiva e i piccoli canali

24 Maggio 2021

Siamo a maggio e gli specchi d’acqua si colorano, il verde la fa da padrone e la pesca alla carpa ora è senz’altro più dinamica. 

Come per tutti gli animali a primavera anche la carpa vive qui il suo periodo riproduttivo, ma come funziona?

Anzitutto partiamo col dire che le carpe raggiungono la maturità sessuale tra i 2 e i 4 anni di età anche se i maschi solitamente sono più precoci delle femmine.

La riproduzione in media inizia a metà maggio e termina a metà giugno anche se può variare moltissimo in base all’habitat e alle condizioni metereologiche.

Normalmente una femmina depone in media tra le 100.000 e le 200.000 uova che misurano 1,5 mm di diametro. Sono rivestite da una sostanza appiccicosa che servirà per farle aderire alle superfici dove verranno deposte.

Le femmine, per deporre le uova, nuotano tra le piante acquatiche e i canneti, dove presenti. Subito dopo il loro passaggio arriva il maschio e rilascia il liquido seminale fecondando le uova, che nel giro di una settimana si schiuderanno. 

Detto questo, e sapendo che alla natura non si comanda, in questo periodo c’è chi preferisce fermarsi un mesetto circa e lasciare tranquilli i ciprinidi e chi invece imposta la propria attività di pesca concentrandosi laddove le carpe hanno già terminato la riproduzione.

E’ possibile che a maggio in alcuni specchi d’acqua un po’ freddi le carpe non siano ancora in fase riproduttiva ma si parla di luoghi come grandi laghi ad una media altitudine.

Per chi come il sottoscritto vive in pianura sarà sicuramente più facile concentrarsi su corsi d’acqua a bassa profondità dove le temperature miti della primavera hanno senz’altro consentito un graduale riscaldamento dell’acqua e quindi concesso alle nostre amiche pinnute di riprodursi.

In alternativa si pesca in piccoli laghi o, ancora meglio, in piccoli canali o bonifiche. È qui che a maggio inoltrato potremmo, se il regolamento regionale lo consente, praticare la nostra passione con successo. 

Per impostare correttamente una sessione di questo tipo sarà d’aiuto ricominciare a frequentare il corso d’acqua scelto in aprile. Questo perché probabilmente, con le prime giornate di sole, le carpe cominceranno la loro attività riproduttiva e sarà facile intercettarle in luoghi ricchi di vegetazione quali canneti, rami o piante aquatiche in generale.

Le carpe nell’immediato periodo post frega non abbandonano questi luoghi nell’immediato, ecco perché potrebbe essere un’ottima scelta impostare la nostra sessione in questi spot. 

Se dovessimo arrivare tardi sul posto saranno senz’altro altri i luoghi da controllare. Trovare infatti un incrocio di canali, insenature tipo piccole chiuse, piante e rami in acqua non sarebbe più così semplice. Una canna con un piombo ci servirà per sondare il fondale che facilmente non supererà il metro e mezzo. Fondamentale sarà trovare tratti di fondale duro e compatto perché sarà qui che dovremo calare i nostri inganni. Una campagna di pasturazione preventiva di un paio di settimane a base di granaglie e boiles e a maggio lo spot sarà pronto. 

Un fattore da tenere bene a mente e che è fondamentale tenere controllato l’attività riproduttiva delle carpe che dipende dalla stagione e dalle condizioni climatiche in atto. Veloci perturbazioni fredde a metà frega potrebbero interrompere la fase riproduttiva senza però che sia terminata e destabilizzando le carpe.  Diverso invece quando avvengono dei temporali a 15 o 20 giorni da inizio frega. Questa alterazione delle temperature porrebbe fine alla riproduzione, portando un accrescimento del livello di ossigeno nell’acqua e appetito alle carpe. In queste condizioni la pasturazione dovrebbe subire delle variazioni di quantità. 

La condotta in pesca sarà molto semplice ma dovrà seguire delle semplici regole. In primis il silenzio è d’oro! Lo specchio d’acqua è piccolo e la profondità bassa, ricordate che i pesci ci sentono bene. 

Non è un caso se in questi luoghi la maggior parte delle catture avvengono di notte con picchetti singoli, spot distanziati tra loro una decina di metri almeno, accampamento in mezzo e se possibile un po’ distanziato dal corso d’acqua. 

Non sarà nemmeno necessario eseguire lanci lunghi perché questi canali spesso non raggiungono i 20 metri di larghezza. Da ricordare segnalatori con volume al minimo e centralina sempre a portata di mano. Se abbiamo fatto le cose per bene passeremo la notte in bianco e vedremo l’ultima mangiata alla mattina presto. Spesso questi luoghi nascondono dei tesori e potremmo anche imbatterci in qualche big.

Daniele Annovi

Team Molino Zombini

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